Il cavallo come lo conosciamo noi ora è il frutto di un lunghissimo processi di evoluzione.
Il primo
antenato consciuto del cavallo risale a 53 milioni di anni fa: il phenacodus.
Era alto soli 40 centimetri.
Aveva le dita e viveva all’interno della foresta, stando attento a non uscire dalla foresta per non essere preda di predatori ben più grandi e forti di lui.
Bastano le dimensioni per capire quanto il cavallo si sia evoluto negli anni. Infatti da 40 centimetri si è arrivati fino ai 2 metri.
Altri cambiamenti si sono avuti negli arti, che ora terminano con degli zoccoli, per permettergli di vivere nei grandi pascoli e di essere molto più veloce rispetto a prima, e di fuggire ai predatori.
Le prime tracce degli antenati dei cavalli si hanno nel continente americano, ma ben presto si diffusero in tutte le terre del mondo.
Curiosamente però in America questi animali arrivarono all’estinzione per poi tornarvi solo con i conquistadores dopo le scoperte di colombo.
L'evoluzione del cavallo che ne ha portato ad un aumento considerevole delle dimensioni è stata anche opera dell’uomo.
Infatti ben presto l’uomo imparò che il cavallo può essergli di grande aiuto per molti compiti e lavori, perciò lo addomesticò e con la selezione delle razze arrivò a creare esemplari di vario tipo e con diverse attitudini a diversi lavori.
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